Il mondo è iperconnesso, ve ne siete accorti?
Smartphone, tablet, ora smartwatch e nuovi occhiali. Questo ha evidentemente un impatto stupefacente sul nostro presente, e ne avrà di più nel nostro futuro.
Le persone intorno a noi sono connesse tra di loro, con una facilità disarmante nel condividere dati e informazioni.
La connettività è il carburante per la collaborazione.
Solo che la crescita dipende esclusivamente da come decidiamo di utilizzare la tecnologia per cercare valore e beneficio, personale e collettivo, sperando che la ricerca vada a buon fine. E connettività non vuol dire necessariamente tecnologia.
Siamo sempre più convinti che si possa fare innovazione solo combinando opportunamente persone, informazioni e infrastrutture. Ecco perché crediamo fermamente negli ecosistemi, specie se digitali.
Ecosistemi come quello di Talent Garden Pisa che abbiamo fondato e che animiamo giorno dopo giorno nella città della Torre più famosa al mondo.
Nello specifico si tratta di un ecosistema di talenti capaci di superare i tradizionali confini delle organizzazioni, capace di generare sinergie fra gli individui appartenenti a quell’ecosistema, e dove il valore generato dagli scambi è prezioso e genera un circolo virtuoso di creatività e idee.
Al centro di tutto c’è però l’individuo. Troppo spesso ignoriamo questo assioma.
L’innovazione senza individui capaci è di per sé impossibile. Anche questo, troppo spesso, lo ignoriamo.
Qual é dunque il valore di questi ecosistemi?
La crescita umana e professionale, prima di tutto. L’aumento significativo della rete di conoscenze, vero alimento del business di un freelance e di un team. Più una serie di opportunità che naturalmente vengono a crearsi da menti vivaci che ogni giorno si contaminano, fra idee e progetti e scambi.